Fosso dei Cavalli
La più impegnativa tra le forre del Lazio si apre nella parte più nascosta del Monte Terminillo. Ha una prima parte
verticale che termina alla confluenza con un'altra gola (il cosiddetto Ramo Destro, anche noto come
Fosso della Tana). Segue un tratto aperto, quindi una seconda parte inforrata tra pareti altissime.
L'ambiente è splendido, la discesa è lunga, faticosa e gratificante.
Nome |
Fosso dei Cavalli
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Regione |
Lazio, Monti Reatini
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Centro urbano più vicino |
Sigillo (Rieti)
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Quota ingresso alveo |
1460 m
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Quota uscita alveo |
880 m
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Sviluppo |
1100 m
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Verticale massima |
53 m
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Roccia |
calcare
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Difficoltà | 8
| Navetta |
No
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Esplorazione |
Michele Angileri, Riccardo Hallgass; agosto 1993. La parte terminale della forra era stata percorsa in arrampicata da Lamberto Brucchietti ed altri, a metà anni '80.
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L'amico Federico Donati mi prestò le carte IGM della zona del Terminillo. Era l'autunno del 1992.
C'era una valle, nel versante orientale, che a vederla sulla carta era ricca di affluenti che scendeveno ripidi
tagliando fasce di pareti. Qualcuno di questi poteva essere una forra, mi dissi.
Qualche giorno dopo andai a vedere ... Né forre ne torrenti, perbacco: i primi affluenti della valle principale erano
torrenti solo sulla carta. Nella realtà erano canaloni pieni di detrito e di macchia: avevano cessato di essere dei
torrenti da qualche migliaio d'anni, più o meno dopo l'ultima glaciazione ...
Continuai metodicamente ad esaminare gli affluenti man mano che risalivo la valle, risalendo ciasuno di essi
fino a quando non
mi convincevo che non ci fosse nulla di interessante. Un affluente fu un tantino complicato da raggiungere: dovetti
farmi largo tra i rovi e guadare il torrente principale. Raggiuntolo iniziai a risalire il greto ...
... e mi ritrovai in una forra stretta e grandiosa, chiusa da pareti altissime, perfettamente invisibile dall'esterno.
Andai avanti nella penombra fino a che una cascata asciutta mi sbarrò il passo.
Questo si che era un torrente interessante! come si chiama? Fosso dei Cavalli ...
Passò l'inverno, e pure la primavera. All'inizio dell'estate mi decisi ad andare a cercare l'imbocco della forra.
Un sentiero segnato sulla IGM avrebbe dovuto portarmi nella zona giusta. Ci andai. Nella realtà il sentiero era ridotto
a un'esile traccia che a un certo punto scompariva del tutto ... Riuscii comunque ad arrivare dove volevo: sull'orlo
della prima cascata della forra, che qui era molto diversa di come era a valle: aperta e verticale invece che chiusa e
poco ripida. Riuscii anche a trovare un punto panoramico, da cui si vedeva la forra verticale terminare con due
cascate divise da una sorta di gradino. Erano molto alte, soprattutto la seconda: 50 metri, forse perfino 70 ...
Il fondo non era visibile e dunque mancava un importante riferimento per le altezze.
In quegli anni il mio partner più assiduo era l'amico Riccardo Hallgass, detto "Riccardino". Era andato per diversi anni
in vacanza, in estate, in un gruppo dolomitico sconosciuto alla massa degli escursionisti, ma già frequentato dai
torrentisti: i Monti del Sole. Riccardino mi aveva raccontato più volte le sue avventure per i sentieri e le cenge
di quelle montagne, dove aveva visto numerose forre di grande bellezza. Così avevamo programmato di andarci in vacanza
assieme, per sentieri ma soprattutto per torrenti. Volevamo scendere i torrenti noti ed esplorarne qualcun altro che,
con tutta probabilità, era inesplorato.
E così qualche giorno dopo avere fatto la ricognizione al Fosso dei Cavalli partimmo alla volta dei Monti del Sole.
Perbacco, che montagne!! Riccardino aveva ragione: asperrime e grandiose, molto poco estese ma ripiegate su se stesse in modo
da formare una grande quantità di gole! Un paradiso torrentistico ...
... ma un inferno meteorologico!! Io vorrei sapere chi è quel cretino che ha voluto chiamare quelle montagne i
Monti del Sole ... pioveva tutti i giorni! Iniziava al mattino, e continuava nel pomeriggio con due ore di diluvio.
In 5 giorni riuscimmo a malapena a fare un paio di camminate. Non osammo entrare in una forra.
Il giorno in cui la tenda finì col galleggiare nell'acqua che percorreva il prato del campeggio come fosse il greto di
un torrente mi decisi a dire a Riccardo che era il caso di tornare a Roma. E le esplorazioni? Riccá, c'è quella forra sul
Terminillo, quella di cui ti parlavo.
Tornammo a Roma, dove era in corso un'altra stagione. A Roma era estate, quella vera, col sole cocente e il caldo
asfissiante. Questi si che sono i monti del Sole ... e infatti ci toccò partire di notte e iniziare la salita alle
prime luci dell'alba, per sfuggire il più possibile al sole cocente. E anche così fu dura, con gli zaini carichi
sulla schiena.
Arivammo sulla prima cascata e l'adrenalina accumulata e non sfogata sulle dolomiti bellunesi si scatenò appieno.
Scendemmo chiodando le cascate a mano (non possedevamo un trapano), velocemente, senza soste. Cascata dopo cascata ci
avvicinammo alle due cascate che
avrebbero dovuto concludere il tratto più verticale, quelle cascate che avevamo visto entrambi dal punto panoramico
vicino al sentiero di accesso ...
... e ce le ritrovammo di fronte! Quella era un'altra forra! quel torrente non era stato rappresentato sulla carta IGM,
e ciò mi aveva tratto in inganno. La parte alta del Fosso dei Cavalli si componeva di due distinte forre affluenti.
Noi eravamo sul ramo alla sinistra orografica.
Terminata la parte verticale proseguimmo verso la grandiosa forra della parte bassa ...
Nelle fotografie di questo sito web compaiono le corde ultrasottili (corde da 6 mm di diametro realizzate in fibre ad alta tenacità). Leggete il libro multimediale Torrentismo con corde ultrasottili per scoprirne le potenzialità ed apprenderne le tecniche di utilizzo.
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