canyon exploring with Michele Angileri Tavolara - Argentino
La valle dell'Argentino è uno degli angoli più selvaggi dell'Appennino, un luogo dalla bellezza e dalle caratteristiche eccezionali.
Qui il terreno è aspro e roccioso fin da quote basse, quasi privo di porzioni coltivabili. Le montagne si innalzano vicinissime al Mar Tirreno, formando una barriera di altezza
media intorno ai 1600 m (con cime che sfiorano i 2000 m) che ferma l'aria umida occidentale creando un ambiente ricco di acqua tutto l'anno, e di neve d'inverno.
Sono conosciute come i Monti dell'Orsomarso.
Lo splendido paese di Orsomarso, con le sue case arrampicate attorno a singolari picchi rocciosi, segna l'inizio di questo territorio. Il fiume Argentino è la via da seguire per entrare in questo scenario straordinario di rocce, foreste e acque, uno dei più preziosi tesori del Parco Nazionale del Pollino. Un must, un luogo da vedere anche solo come turisti, ma ovviamente si può fare di più: si può giocare a perdersi nelle foreste che ricoprono i fianchi della valle, cercando di seguire quanto resta di un antico e dimenticato sentiero, oppure si può risalire l'Argentino fino al punto in cui la valle si stringe in una gola, e da quel punto entrare in acqua e risalire la corrente fin dove si riesce. Ma certamente il modo più completo per godere dei vari aspetti di questa magica valle è recarsi sulla montagna, in alto, nelle foreste di faggio, e scendere seguendo uno dei due torrenti perenni che costituiscono la parte alta del torrente Argentino. E se quello che ci piace è il torrentismo allora il ramo sorgentizio dell'Argentino da percorrere non può che essere la Fiumarella di Tavolara! La discesa dell'Argentino da Tavolara è un lungo, straordinario, faticoso e magnifico itinerario di torrentismo.
  RicordiUno degli itinerari più impegnativi e appaganti dei primissimi anni della mia esperienza torrentistica fu la Gola dell'Argentino. Nella seconda metà degli anni '80 la percorsi più volte, in risalita, come si usava allora: né io né i miei improvvisati compagni d'avventura sapevamo usare corde e imbraghi, e non avevamo mute né recipienti impermeabili né scarpe con suola antiscivolo... Senza attrezzatura specifica alcuni passaggi erano particolarmente impegnativi, ma eravamo giovani e tosti. Ricordo che la prima volta continuammo oltre il Varco della Gatta, lungo la Fiumarella di Rossale, fino alla pista che viene da Novacco, e quindi tornammo giù lungo la pista, a piedi, alternando camminate e tratti di corsa per più di 20 km ... Altri tempi! Una volta apprese le tecniche di utilizzo di corde e imbraghi mi dedicai all'esplorazione di gole tecniche e tornai all'Argentino solo per esplorarne
qualche affluente o per passeggiare con la famiglia sullo splendido sentiero che ne risale la valle.
Finalmente l'occasione arrivò, e potei constatare che le gole c'erano nella Fiumarella di Tavolara, e le cascate pure! sulla cascata più alta c'era anche uno spit
senza placchetta, piantato a mano molti anni prima ... Qualcuno dunque aveva sceso quella cascata (o quantomeno ci aveva provato).
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