canyon exploring with Michele Angileri Forra del Ciclope
Coi suoi 1540 m affacciati sul Mar Tirreno, il Monte Cocuzzo si staglia come un'isola più in alto delle già alte creste della Catena Costiera,
regalando, nelle giornate limpide, un panorama che va dal Cilento all'Etna, passando per il Pollino, la Sila, l'Aspromonte e le isole Eolie al completo.
La Forra del Ciclope si trova sul versante occidentale della montagna. Ha andamento prevalentemente verticale, con una successione continua di cascate inforrate che in qualche punto regalano inattesi scorci panoramici verso il mare. L'elemento più caratteristico di questa forra è la Cascata del Ciclope, alta poco meno di 70 m, comodamente frazionabile in più tiri di corda, sovrastata da un enorme masso incastrato (il Ciclope) che crea un "occhio" che guarda verso il vicino Mar Tirreno.
  RicordiC'è un'aspetto della mia attività torrentistica che dovreste ormai avere capito leggendo le pagine di questo sito, e un altro di cui forse non vi siete resi conto. Il primo è che la mia attività è prevalentemente rivolta a torrenti inesplorati. Siccome esistono anche tante forre esplorate, il fatto che io vada quasi sempre in torrenti sconosciuti è evidentemente frutto di una scelta, possibile in quanto esistono tanti torrenti inesplorati e/o sconosciuti nelle zone collinari e montane che frequento abitualmente. Ne esistono così tanti che nel corso di questi 30 anni di attività ho localizzato più forre di quante sono riuscito effettivamente ad esplorare. E questo è il secondo aspetto della mia attività a cui accennavo poco fa, quello di cui potreste non esservi resi conto: ho una lunga lista di "cose da fare", di forre da esplorare localizzate nel corso degli anni. Per molte di queste ho anche fatto ricognizioni accurate, recandomi sull'orlo della prima cascata o allo sbocco a valle della gola. La lista non si esaurisce mai, anche perché esplorando una gola capita spesso di trovarne un'altra adiacente. È un po' come la "dotta ignoranza" di Niccolò Cusano: più si conosce, più ci si accorge di cose che ancora non si conoscono e che prima nemmeno si immaginavano, col risultato paradossale che il numero di cose da conoscere aumenta più velocemente del numero di cose conosciute. In questa "lista" ci sono gole che attendono anche 20 anni prima che io trovi le condizioni giuste per esplorarle: l'occasione, il tempo, ... e magari compagni
affidabili su cui poter contare, compagni che creino occasioni per andare ad esplorare invece di creare problemi, che spingano avanti invece che farsi tirare a
peso morto o (peggio) spingere di lato.
Fu nel 2011 (o forse nel 2012) che, percorrendo per la prima volta la strada che da Fiumefreddo Bruzio sale al Monte Cocuzzo, mi accorsi della evidente
Forra del Ciclope e della altrettanto evidente sua vicina. Non ricordo se la localizzazione degli accessi la feci quel giorno stesso o una volta successiva. Il piccolo
bacino di alimentazione e le barriere di rovi presenti sul greto mi fecero (a torto) pensare che si trattasse di percorsi poco interessanti, o comunque
meno interessanti di altri percorsi della "lista".
Così il Ciclope e la sua vicina rimasero nascosti e dimenticati in fondo alla "lista", riemergendo anni dopo, involontariamente, grazie all'attività del gruppo paolano
"Le forre del Tirreno". Costoro, infatti, nel 2016 iniziano a rendersi conto delle potenzialità torrentistiche del Monte Cocuzzo.
Scendono il Torrente delle Cento Acque
(che avevo esplorato nel 2012 assieme ad Andrea Pucci) e scoprono la Forra Nova.
Ripetendo
assieme a loro la Forra Nova mi rendo finalmente conto che sul Cocuzzo l'orogenesi ha fatto sì che anche un torrente molto modesto possa scorrere all'interno di belle
e insospettabili gole. Capisco così che le due gole localizzate anni prima meritano di essere esplorate, al più presto.
Così esplorai il Ciclope, da solo.
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