canyon exploring with Michele Angileri

Forra del Ciclope

Coi suoi 1540 m affacciati sul Mar Tirreno, il Monte Cocuzzo si staglia come un'isola più in alto delle già alte creste della Catena Costiera, regalando, nelle giornate limpide, un panorama che va dal Cilento all'Etna, passando per il Pollino, la Sila, l'Aspromonte e le isole Eolie al completo.
Come sul resto della Catena Costiera, anche qui le abbondanti precipitazioni atmosferiche consentono la crescita di una vegetazione particolarmente abbondante e rigogliosa. Il Cocuzzo è però formato da rocce calcaree, permeabili. Le acque meteoriche scorrono sottoterra, in sconosciuti reticoli carsici e i torrenti che solcano la montagna sono prevalentemente asciutti.
Di contro c'è che le rocce calcaree sono più adatte alla genesi di canyon che non le rocce cristalline, e dunque sul Cocuzzo troviamo gole e forre dalle forme maestose, sebbene asciutte.

La Forra del Ciclope si trova sul versante occidentale della montagna. Ha andamento prevalentemente verticale, con una successione continua di cascate inforrate che in qualche punto regalano inattesi scorci panoramici verso il mare.

L'elemento più caratteristico di questa forra è la Cascata del Ciclope, alta poco meno di 70 m, comodamente frazionabile in più tiri di corda, sovrastata da un enorme masso incastrato (il Ciclope) che crea un "occhio" che guarda verso il vicino Mar Tirreno.

Nome Forra del Ciclope
Regione Calabria
Centro urbano più vicino Fiumefreddo Bruzio
Dislivello 200 m
Sviluppo 350 m
Verticale massima 40 m
Roccia Calcare
Difficoltà4
Navetta Possibile
Esplorazione Michele Angileri; 26 dicembre 2016

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

C'è un'aspetto della mia attività torrentistica che dovreste ormai avere capito leggendo le pagine di questo sito, e un altro di cui forse non vi siete resi conto. Il primo è che la mia attività è prevalentemente rivolta a torrenti inesplorati. Siccome esistono anche tante forre esplorate, il fatto che io vada quasi sempre in torrenti sconosciuti è evidentemente frutto di una scelta, possibile in quanto esistono tanti torrenti inesplorati e/o sconosciuti nelle zone collinari e montane che frequento abitualmente. Ne esistono così tanti che nel corso di questi 30 anni di attività ho localizzato più forre di quante sono riuscito effettivamente ad esplorare. E questo è il secondo aspetto della mia attività a cui accennavo poco fa, quello di cui potreste non esservi resi conto: ho una lunga lista di "cose da fare", di forre da esplorare localizzate nel corso degli anni. Per molte di queste ho anche fatto ricognizioni accurate, recandomi sull'orlo della prima cascata o allo sbocco a valle della gola. La lista non si esaurisce mai, anche perché esplorando una gola capita spesso di trovarne un'altra adiacente. È un po' come la "dotta ignoranza" di Niccolò Cusano: più si conosce, più ci si accorge di cose che ancora non si conoscono e che prima nemmeno si immaginavano, col risultato paradossale che il numero di cose da conoscere aumenta più velocemente del numero di cose conosciute.

In questa "lista" ci sono gole che attendono anche 20 anni prima che io trovi le condizioni giuste per esplorarle: l'occasione, il tempo, ... e magari compagni affidabili su cui poter contare, compagni che creino occasioni per andare ad esplorare invece di creare problemi, che spingano avanti invece che farsi tirare a peso morto o (peggio) spingere di lato.
Di contro, in questo lungo lasso di tempo può accadere che alcuni torrenti della "lista" vengano scoperti ed esplorati da altri. Si tratta quasi sempre di torrenti situati in zone dove mi reco di rado, lontane da casa. In talune di quelle zone sono sorti col tempo gruppi di torrentisti dediti all'esplorazione delle forre del posto. Si tratta sempre di gruppi imperniati su una figura carismatica che guida le attività e che finisce col considerare quei luoghi "casa propria". Di solito questi leader sono persone affabili ed ospitali, felici di mostrare le "proprie forre" a chiunque, pronte a dedicare tempo ed energie per accompagnarti nelle gole che hanno esplorato. Con loro sei un ospite gradito e coccolato, un turista benvenuto, ma se riprendi a fare in quella zona quello che facevi proprio lì prima che loro esistessero, cioè esplorare forre ...


Fu nel 2011 (o forse nel 2012) che, percorrendo per la prima volta la strada che da Fiumefreddo Bruzio sale al Monte Cocuzzo, mi accorsi della evidente Forra del Ciclope e della altrettanto evidente sua vicina. Non ricordo se la localizzazione degli accessi la feci quel giorno stesso o una volta successiva. Il piccolo bacino di alimentazione e le barriere di rovi presenti sul greto mi fecero (a torto) pensare che si trattasse di percorsi poco interessanti, o comunque meno interessanti di altri percorsi della "lista".
C'è anche da dire che io sono in Calabria quasi esclusivamente ad agosto, quando sto in ferie, e ad agosto non è consigliabile percorrere forre asciutte perché il caldo dell'estate unito all'umidità delle gole rende quei luoghi decisamente meno piacevoli delle forre acquatiche.
Magari se qualcuno venisse con me a Natale o a Pasqua ...
Ma nessuno venne con me, e io mi dedicai ad altro.

Così il Ciclope e la sua vicina rimasero nascosti e dimenticati in fondo alla "lista", riemergendo anni dopo, involontariamente, grazie all'attività del gruppo paolano "Le forre del Tirreno". Costoro, infatti, nel 2016 iniziano a rendersi conto delle potenzialità torrentistiche del Monte Cocuzzo. Scendono il Torrente delle Cento Acque (che avevo esplorato nel 2012 assieme ad Andrea Pucci) e scoprono la Forra Nova. Ripetendo assieme a loro la Forra Nova mi rendo finalmente conto che sul Cocuzzo l'orogenesi ha fatto sì che anche un torrente molto modesto possa scorrere all'interno di belle e insospettabili gole. Capisco così che le due gole localizzate anni prima meritano di essere esplorate, al più presto.
Propongo allora a Piero (il leader del gruppo) di farlo assieme, ma la proposta forse non viene capita, sicuramente non viene recepita, giacché il giorno prima di quello in cui si doveva finalmente fare questa esplorazione mi vedo arrivare da Piero l'invito a ripetere da ospite un itinerario esplorato di recente da "Le forre del Tirreno" ... Ma come, amici: c'è una forra bella e pronta da esplorare e mi venite a dire di andare invece a ripetere una cosa che avete appena esplorato? (e che tra parentesi stava pure quella nella mia "lista" e avrei per questo gradito esserci anch'io ...)
Nelle vacanze di Natale avrò modo di fare 2, massimo 3 uscite torrentistiche: se una di queste la dedicassi a una ripetizione rischierei di ripartire per Roma senza riuscire ad esplorare le due forre. E se poco dopo voi vi accorgeste delle due forre e le esploraste, poi io che farei: ci verrei assieme a voi guidato come fossi un turista?
No. Grazie per l'invito ma, sapete, la mia attività torrentistica è prevalentemente rivolta a torrenti inesplorati, e quando devo decidere dove andare scelgo quasi sempre un torrente sconosciuto piuttosto che una forra già esplorata ...

Così esplorai il Ciclope, da solo.
Il tempo poi peggiorò, al punto da impedirmi di esplorare la forra adiacente. Fui costretto a rimandare l'esplorazione a Pasqua, ma prima di allora la forra fu scoperta ed esplorata da "Le forre del Tirreno" ...

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