cookieless, no-ads, no threats canyon exploring with Michele Angileri Fosso Saviano
I terreni vulcanici ai piedi dei Monti Prenestini sono solcati da profonde valli ad andamento sub-orizzontale. A volte si tratta di veri e propri canyon,
immersi in un ambiente di campi coltivati e boschi. Numerosi e spesso imponenti resti di epoca romana appaiono in tutta quest'area creando una straordinaria
armonia tra Natura, Uomo e Tempo, assolutamente magica.
  RicordiQuattro degli 11 acquedotti dell'antica Roma prendevano acqua dalla valle dell'Aniene: Anio Vetus, Aqua Marcia, Aqua Claudia, Anio Novus. Da Tivoli, però, dove il fiume Aniene precipita verso l'agro romano con una successione di cascate, non proseguivano dritti verso Roma ma deviavano verso le colline ai piedi del Vulcano Laziale, in modo da raggiungere la città con un percorso più lungo che consentisse una pendenza minore e più regolare. Il percorso degli acquedotti era sotterraneo, ma le colline vulcaniche sono solcate da valli profonde che gli acquedotti dovevano attraversare su ponti, spesso lunghi e imponenti. Col passare dei secoli i ponti si indebolirono, iniziarono a crollare, e i Romani dovettero rinforzarli con muri di contenimento che li resero ancora più grandi e imponenti. Poi arrivarono i Barbari e la decadenza di Roma, gli acquedotti smisero di funzionare e col passare dei secoli andarono via via in rovina. Ma alcuni dei ponti più imponenti sono ancora in piedi, opere monumentali in mezzo alle solitarie valli tufacee tra i Monti Prenestini e il Vulcano Laziale. Nella valle del Fosso Saviano (Valle della Mola) di ponti monumentali degli antichi acquedotti romani ce ne sono due: il Ponte della Mola (acquedotto Anio Vetus) e il Ponte San Pietro (Aqua Marcia). E già solo la visione dei due ponti vale il viaggio. Copyright © 2002- Michele Angileri. All rights reserved. |
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